Ciao, da dove scappi?

Dal Gambia, dalla Guinea e dal Senegal: un lungo viaggio di terra e di mare

Incontriamo un gruppetto di ragazzi dell’ Africa occidentale. Ci sediamo con loro sul prato attorno alla fontana della stazione di Catania.

“Vieni, siediti qui che ti sporchi” e mi offrono un pezzo di cartone essendo l’unica donna del gruppo. “Si sta bene qui, c’è fresco, per questo ci veniamo”,

I vestiti estivi mostrano del corpo alcune ferite…

Solo uno di loro fa conversazione. Che gli altri due ci capiscono lo intuiamo dal loro annuire o dallo sguardo che, forse al ridestare di certi brutti ricordi, tristemente si abbassa. Sono arrivati soli, i genitori sono morti in Africa. Sono stati registrarti all’arrivo e dal centro di accoglienza trasferiti in una Casa Famiglia.

Ci dicono che loro sono fortunati, ma che di tanti minori non si sa niente (nome, provenienza, che fine fanno), dormono in strada, con tutti i pericoli a cui si può andare incontro “e questo non è giusto”.

I vestiti estivi mostrano del corpo alcune ferite e uno di loro porta una brutta cicatrice sul volto.“Cos’è successo?”
“Oh…brutta storia”.

Storia che non abbiamo da raccontare.

articolo

Ciao, da dove scappi?

rotte immigrati dall’Africa verso Europa, fonte wikipedia

Scappo dalle restrizioni alla libertà personale, sessuale, d’espressione e di riunione, dalla totale impunità e dall’ uso eccessivo della forza, dalle detenzioni arbitrarie, dagli stupri e dalle torture. Scappo dalla povertà a cui la guerra e il debito ai paesi occidentali che mai ripagheremo mi costringe. Ma soprattutto scappo dalla morte sicura.

Scappo dal Gambia e dai “metodi di tortura applicati e comprendenti percosse molto gravi mediante l’utilizzo di oggetti pesanti o cavi elettrici; scosse elettriche; soffocamento provocato mettendo prima un sacchetto di plastica sulla testa e quindi riempiendolo con acqua e ustioni con liquido bollente”

Scappo dalla Guinea dove “diverse persone arrestate hanno riferito di essere state sottoposte a tortura e almeno sei donne erano state stuprate mentre cercavano di rientrare al loro villaggio, in cerca di cibo o di beni di prima necessità”.

Scappo dal Senegal perché “a febbraio, la Corte d’assise di Dakar ha condannato due uomini a 20 anni di lavori forzati in relazione alla morte di un giovane ausiliario del corpo di polizia, Fodé Ndiaye, nonostante questi avessero denunciato che le loro deposizioni erano state estorte sotto tortura…. Almeno 22 persone, tra cui tre donne, sono state arrestate per il loro percepito orientamento sessuale.”

Amnesty International 2015-2016

pubblicato su www.isiciliani.it

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