Documentary

Spesso le attraversi velocemente su tangenziali che portano al mare, all’aeroporto, verso l’Etna. Li avrai visti quei bastioni di cemento, anche di sottocchio, e sicuramente ti sarai chiesto almeno una volta: ma come fanno a viverci?

Dal 28 di novembre dentro la cattedrale vivono alcune famiglie, bambini esclusi, tra freddo, umidità e forte disagio. Ad oggi sono 22. Vengono dai quartieri periferici della città: Librino, San Giorgio, Pigno, Zia Lisa. Quelle periferie tanto decantate ma dimenticate. Quelle che alcuni catanesi neanche conoscono...

Questo lavoro fu e continua ad essere ispirato dalla lettura del libro “Processo alla Sicilia” di Giuseppe Fava. La Sicilia fotografata con in mente le sue parole. I contrasti di questa terra, nudi e crudi. Catturiamo un’immagine e cerchiamone l’opposto: lo troveremo. Un viaggio dentro un piccolo continente, alla ricerca della sua anima vera.

Scappo dalle restrizioni alla libertà personale, sessuale, d’espressione e di riunione, dalla totale impunità e dall’ uso eccessivo della forza, dalle detenzioni arbitrarie, dagli stupri e dalle torture. Scappo dalla povertà a cui la guerra e il debito ai paesi occidentali che mai ripagheremo mi costringe. Ma soprattutto scappo dalla morte sicura.

Gianbattista Scidà ne parlò. Parlò di quartieri costruiti senza spazi verdi e scarsità di luoghi di aggregazione, dell’assenza di strutture scolastiche, di scarsa presenza delle forze dell’ordine, di diritti negati. Disse che bisognava ampliare lo sguardo, non limitandosi soltanto ad interventi diretti sul minore ma modificando l’ambiente in cui esso viveva. Il minore al centro dell’attenzione, sempre.

Un susseguirsi di corone di fiori, di applausi, di sgomento, di sincera commozione. Ma anche di frasi fatte e di qualche telefonino alzato a riprendere chissà quale foto o video possibilmente da condividere. Però non fanno numero, erano sporadici. Non fanno numero perché oggi i cittadini catanesi hanno letteralmente abbracciato Dario Ambiamonte.