
‘A Trizza dei Rodolico
Maestru d’Ascia stu versu scrivu a manu,
cu tia provu ‘nsemi ‘na gran tristizza,
rispetti cchiù non cc’è di l’ artigianu,
giustizia addumanna tutta la Trizza
Maestru d’Ascia stu versu scrivu a manu,
cu tia provu ‘nsemi ‘na gran tristizza,
rispetti cchiù non cc’è di l’ artigianu,
giustizia addumanna tutta la Trizza
C’è un bella pace qui e l’acqua è talmente bassa che anche il mare è silenzioso.
Sullo sfondo la spiaggia di Tonnarella e il lungomare di Mazzara del Vallo.
Doveva essere un bel posto.
“Dal 28 di novembre dentro la cattedrale vivono alcune famiglie, bambini esclusi, tra freddo, umidità e forte disagio. Vengono dai quartieri periferici della città: Librino, San Giorgio, Pigno, Zia Lisa. Quelle periferie tanto decantate ma dimenticate. Quelle che alcuni catanesi neanche conoscono, o ne hanno sentito parlare grazie a qualche artista che ci lascia la sua firma, qualche associazione, lavoro di volontariato, retate della polizia. Certe notti gli elicotteri sopra la nostra testa sono tanto forti da svegliarti. Poi tutto si ferma e rimane il silenzio di sempre.”
La cronaca, un racconto, il fotoreportage.
Inconfondibili, colorati, con in testa un cappuccio grottesco. Si fanno fotografare, ma spesso di traverso, sono socievoli, stranamente allegri e sanno di essere al centro dell’attenzione. Forse più del Cristo in quella processione solennemente scandita dalla preghiera del parroco e dei fedeli, e che loro tendono a disturbare. Si arrampicano sui pali, sui muri, fanno la pertica e strombazzano al Suo passaggio.
Enna, the Holy Friday
The time clock of Catania fish market